"Nella tua lettera chiedi: «Dal giorno in cui ho preso fede in questo sutra, ho continuato a leggere i dieci fattori della vita e la parte in versi del capitolo “Durata della vita” e ho recitato il daimoku senza alcuna negligenza. Ma c’è una differenza fra i benefici del daimoku recitato da un santo e i benefici del daimoku che recitiamo noi?». Per risponderti, nessuno dei due è in alcun modo superiore o inferiore all’altro. L’oro posseduto da uno stolto non è differente dall’oro posseduto da un sapiente; il fuoco acceso da uno stolto è uguale al fuoco acceso da un sapiente. Tuttavia c’è una differenza se si recita il daimoku e allo stesso tempo si va contro l’intento di questo sutra. Nella pratica di questo sutra ci sono vari stadi [e di conseguenza varie forme di offesa]. [...] Le cattive cause sono quattordici: 1) arroganza; 2) negligenza; 3) opinioni personali errate; 4) comprensione superficiale; 5) attaccamento alle illusioni e ai desideri; 6) non [voler] comprendere; 7) non credere; 8) mostrare ripugnanza aggrottando le sopracciglia; 9) covare dubbi; 10) offendere la Legge; 11) disprezzare; 12) odiare; 13) invidiare; 14) serbare rancore”». Queste quattordici offese si applicano sia al clero che ai laici, quindi devi guardarti da esse."
Dal Gosho "Le quattordici offese" (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 670)
Dal Gosho "Le quattordici offese" (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 670)